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CAMP
Casco Speed Colore: Verde

Valutazione 4/5 (Numero voti: 1)


CAMP Casco Speed 0239 Casco per alpinismo, competizioni di scialpinismo, arrampicata. 240g.

Vedi descrizione

Il prodotto non è più disponibile
 
Modello: CAMP Casco Speed
Codice: 0239

Per alpinismo, competizioni di sci alpinismo, arrampicata. Estremamente leggero.
Sistema di regolazione rapida con rotella.
Struttura interna in EPS, calotta esterna in policarbonato "in moulding" con numerose aperture per un'ottima ventilazione, ganci portalampada.

Peso: 240gr
Misura: 56-62 cm
Regolazione girotesta: wheel


CASCHI C.A.M.P.
Leader indiscussa a livello mondiale, C.A.M.P. è da sempre ai vertici di questa categoria grazie a prodotti comodi, belli, che vestono bene, e che rispondono alle esigenze di protezione e comfort senza eguali. L'innovazione è marcata, dagli storici caschi di seconda generazione, fino al nuovo best seller Armour ed al casco Speed, la nuova referenza ai vertici della leggerezza. Estate, inverno, leggero, super resistente, per uomo, donna e bambino, accessibile o solo per esperti: la gamma CAMP è completa e risponde alle esigenze di ciascuno in ottica multi specialistica.


Come funzionano i caschi

Il più comune fraintendimento circa i caschi per alpinismo ed arrampicata riguarda i test con i quali si misura quanto un casco protegga la testa. La maggior parte degli utilizzatori capisce che un casco è concepito per proteggere la testa dall’impatto con sassi provenienti dall’alto o dall’impatto con la roccia dovuto ad una caduta. Pochi però capiscono e conoscono esattamente come tutto questo funzioni. La sicurezza di un casco è infatti correlata all’abilità del casco stesso di assorbire e disperdere l’energia prima che raggiunga la testa. In altre parole, un casco è molto più di un semplice strato di protezione aggiuntivo tra la testa e l’oggetto da cui ci si deve proteggere, al contrario è un prodotto costruito per gestire l’energia sprigionata dall’impatto che in ultima istanza è la fonte principale da cui derivano i possibili traumi ed infortuni. Il modo migliore in cui i caschi riescono a compiere questo processo di dispersione di energia è semplicemente…rompendosi. Letteralmente, i caschi sono disegnati e concepiti per raggiungere la rottura del materiale con il quale sono stati costruiti, assorbendo e disperdendo in questa maniera la forza provocata dall’impatto prima che la stessa raggiunga la testa.
Il segreto sta nella calotta interna. Ci sono, di fatto, due diversi tipi di caschi: quelli il cui materiale di base è il polistirene (polistirolo ad alta densità) e che non presentano una calotta esterna “dura” (tipico è il caso dei cosiddetti caschi “in moulding” con la calotta esterna in policarbonato) e quelli invece che presentano una calotta esterna “dura” ma con una parte interna sagomata sempre in polistirene. In entrambi i casi è proprio il polistirene la chiave di volta nella sicurezza. Infatti questo materiale è costruito con celle aperte che hanno la proprietà di chiudersi nel momento in cui avviene un impatto, assorbendo tramite questa azione l’energia sprigionata. Tutto questo spiega la ragione per cui i test sui caschi d’arrampicata misurano il trasferimento di energia alla testa tramite sofisticati strumenti di misura e non tramite una semplice osservazione fisica sulla reazione del casco stesso.
Entrambi i tipi di caschi agiscono quindi con lo stesso principio. In presenza di un impatto, le cellule del polistirene si chiudono assorbendo l’energia prima che la stessa vada a scaricarsi sulla testa. In presenza di un impatto molto violento, questo può arrivare a causare la rottura stessa del polistirene. Questo è il tipico risultato di un colpo talmente violento che fa chiudere le celle completamente in maniera così veloce e rigida da provocare la rottura a causa di questo nuovo stato di rigidità e fragilità raggiunto. Anche in questi casi, il casco compie il proprio compito assorbendo l’energia tramite la chiusura delle celle fino all’ultimo istante prima dell’inizio del processo di rottura. La cosa più importante è che tutto questo accada prima che l’oggetto colpisca la testa.
Questa è la descrizione del processo di come lavora un casco per arrampicata ed alpinismo ed il tutto porta ad una serie di successive considerazioni circa quale casco utilizzare in quale frangente e per quale motivo. Sia i caschi “in moulding” (calotta esterna in policarbonato) che quelli ad iniezione (calotta esterna dura) presentano delle caratteristiche diverse e vantaggiose. Per i primi l’aspetto principale è che l’intero casco è costruito in polistirene, e questo significa che la barriera protettiva che direttamente assorbe l’energia ricopre l’intera superficie del casco. Questo aspetto non è quindi valido per i caschi ad iniezione la cui parte in polistirene è limitata alla parte superiore della calotta interna, rispondendo così tipicamente alle sollecitazioni dovute all’impatto con oggetti provenienti dall’alto ma non proteggendo da impatti laterali che possono accadere in caso di cadute accidentali durante l’arrampicata.
D’altro lato, i caschi ad iniezione hanno una calotta esterna particolarmente dura che i caschi con calotta esterna in policarbonato non hanno e che permette un ciclo di vita del casco più lungo poiché protegge in maniera più adeguata la parte strutturale interna in polistirene che è quella critica per l’assorbimento di energia nel caso di impatto. Infatti quando le celle del polistirene si chiudono, hanno compiuto la loro missione, e non possono più ripeterla, poiché non hanno la capacità di riaprirsi. Ecco perché in presenza di un impatto particolarmente violento il casco dovrebbe essere sostituito. Infatti se il casco dovesse essere colpito nel medesimo punto, ed in presenza di celle ormai chiuse, l’energia sprigionata da questo secondo impatto andrebbe direttamente a scaricarsi sulla testa. Diventa quindi fondamentale, dopo qualsiasi tipo di impatto, ispezionare il casco: l’ ispezione andrebbe compiuta prima di ciascun utilizzo controllando specificatamente se la parte in polistirene presenta delle parti appiattite, compresse o ammaccate, evidenti segnali dello stress subito.
Conseguentemente la scelta di quale casco utilizzare per l’utilizzo che se ne intende fare è una decisione importante, ma comunque non troppo complicata. Infatti gli arrampicatori che pensano di poter avere potenziali impatti laterali dovuti a cadute inaspettate durante l’arrampicata dovrebbero utilizzare un casco interamente in polistirene come quelli costruiti con tecnologia “in moulding”. Gli inconvenienti stanno nella potenziale inferiore durata di vita a causa della poca protezione della parte in polistirene da parte della calotta esterna; i punti forti stanno invece nel fatto che il casco assorbirà energia in qualsiasi punto esso riceva l’impatto. Un altro punto molto rilevante sta nella estrema leggerezza di questi tipi di caschi, caratterizzati quindi anche da una componente di comfort estremo, ideale per coloro che il casco lo indossano per intere giornate di scalata. C.A.M.P. consiglia questo genere di caschi per attività quali le cascate di ghiaccio, l’arrampicata in presenza di potenziali lunghe cadute, alpinismo in presenza di rischi legati a possibili cadute in crepacci o sopra i detriti del ghiacciaio ed in tutte le attività legate allo sci dove i potenziali impatti laterali sono molto maggiori che un impatto dall’alto (ed ecco anche spiegato perché tutti i caschi per bicicletta sono costruiti con questa tecnologia).
Arrampicatori ed alpinisti che invece prevedono basso rischio di impatti laterali opteranno invece per caschi dalla calotta dura (ad iniezione). L’inconveniente di questi caschi è rappresentato appunto dalla minore protezione da impatto laterale e dal fatto che generalmente sono più pesanti rispetto a quelli con intera calotta in polistirene. D’altro lato il fatto di avere una corazza esterna protettiva particolarmente dura, permette una protezione extra alla parte interna in polistirene, facendo prediligere questo tipo di casco a coloro che cercano un prodotto duraturo nel tempo.

 

CAMP Casco Speed

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